L’obesità può dipendere dal marketing?

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Obesità e marketing: qual è la correlazione tra questi due elementi? Quanto influisce il marketing sul consumo di cibo spazzatura (che aumenta l’obesità) anche tra i bambini?

Non poco, continua a leggere per scoprire il motivo.

Il conflitto di interessi

Tra i motivi della stretta relazione tra obesità e marketing c’è il conflitto di interessi tra le strutture mediche e le aziende che (in alcuni casi) fanno loro da sponsor.

Ci spieghiamo meglio. Operatori sanitari, presidi, insegnanti ecc. talvolta permettono che alcune industrie private finanzino i loro progetti educativi sull’alimentazione. Tali amministratori sanitari – o scolastici – pensano di fare una cosa giusta, ma in realtà non fanno altro che permettere che il marketing influisca sull’educazione delle persone. Ed ancora più spesso su quella dei bambini.

In altre parole, in tal modo, questi progetti educativi divengono dei veri e propri veicoli di marketing. Si tratta di un conflitto di interesse spesso inconsapevole – ma non sempre.

Negli ultimi tempi, purtroppo, questo tipo di marketing – che si manifesta come una pubblicità camuffata da opera buona – viene sempre più utilizzato.

Ne è un esempio concreto la Coca Cola, che grazie alle sue frequenti campagne di marketing – anche in Italia – si è mostrata come brand che ha offerto in diverse occasioni un contributo a progetti utili per la comunità. In questo contesto, qualcuno di voi sospetterebbe che tale multinazionale americana è una delle cause principali dell’obesità infantile?

Ma non si può fare niente per bloccare questo tipo di campagne marketing?

Non è così dappertutto

Se poco fa abbiamo parlato del caso Coca Cola, che si è verificato sia in Italia che negli Stati Uniti, dobbiamo dire che non in tutte le parti del mondo strategie di marketing di questo tipo sono consentite.

In Norvegia, ad esempio, sono proibite tutte le pubblicità di cibo spazzatura dirette ai bambini fino ai 12 anni – e si parla di estendere il divieto fino ai 18 anni. In questi Paesi il tasso di obesità è minore rispetto a realtà come la nostra, quella italiana, in cui la pubblicità non presenta tali limiti.

 

 

 

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